È stato presentato ieri mattina nel corso della Conferenza Stato-città ed autonomie locali, che si è svolta a Roma presso la sede del Ministero dell’Interno, il
documento conclusivo del Comitato di monitoraggio, che ha sede presso la predetta Conferenza, sui cambiamenti avvenuti negli ultimi 10 anni al processo di revisione del classamento catastale degli immobili. Il bilancio positivo mette in luce come il lavoro di squadra tra istituzioni centrali e territoriali sia un modello vincente per il nostro Paese.
La revisione del classamento, cos’è e come funziona
La Legge Finanziaria del 2005 (Legge n. 311/2004, art. 1, commi 335 e 336), ha previsto la possibilità per i Comuni di collaborare con l’Agenzia del Territorio, ora incorporata nell’Agenzia delle Entrate, per rivedere il classamento degli immobili. In particolare, con il comma 335 i Comuni
possono chiedere all’Agenzia di rivedere il classamento e la rendita catastale degli immobili ubicati in zone che presentano un significativo scostamento fra valore medio di mercato e quello medio catastale; con il comma 336, invece, i Comuni che riscontrano incoerenze tra lo stato di fatto degli immobili e quanto censito in Catasto possono chiedere ai proprietari la presentazione di atti di aggiornamento catastale oppure procedere d’ufficio.
La procedura di revisione puntuale del classamento, relativa al comma 336, è stata attivata complessivamente da 1.300 Comuni ed ha portato ad un incremento di rendita catastale pari a circa 181 milioni di euro.
Per informazioni sul servizio di riclassamento catastale degli immobili potete inviare una mail a gate@gatesrl.com